La spazzatura si trova anche nello spazio. E può essere pericolosa per le successive missioni spaziali alle quali può provocare numerosi danni.
Ebbene sì, esiste anche la spazzatura spaziale. L’uomo è un inesorabile produttore di scorie. Al punto che quelle di 60 ani fa ancora ruotano intorno all’orbita terrestre. Esistono delle sonde per identificare i detriti metallici presenti nello spazio. Ma quelli che vengono registrati devono essere di dimensioni superiori ai 10 cm. Quelli più piccoli non vengono notati né segnalati. E così si possono creare degli incidenti nello spazio.
Uno dei pannelli solari del satellite europeo Sentinel 2, inviato per l’osservazione della Terra, è stato perforato da un detrito della grandezza di pochi millimetri. Questo per dare la misura di quanto un impatto con un semplice granulo nello spazio possa essere dannoso. Il satellite spaziale è riuscito a rientrare ed è stato sistemato, ma la situazione poteva diventare anche più grave. Specialmente se a bordo ci potevano essere delle persone. Sarebbe bene evitare una sorta di Titanic spaziale.
Dopo oltre 60 anni di missioni spaziali, inizialmente sotto la bandiera statunitense e russa, e poi portati avanti anche da altre nazionalità, non possono non aver iniziato ad inquinare anche lo spazio. Chi pensava di trovarsi in un luogo incontaminato ha sbagliato. I rifiuti dell’uomo sono presenti già lì.
Si possono incontrare detriti metallici provenienti da satelliti che sono andati distrutti e che continuano a galleggiare senza tempo. E probabilmente non smetteranno mai di esistere, ma continueranno ad aumentare, con chiare e dannose conseguenze sulle prossime missioni spaziali. A lanciare l’allarme su Twitter. Jonathan McDowell, astrofisico ed esperto di detriti spaziali, ha scritto un posto rivelando l’impatto di un vecchio satellite russo con i detriti spaziali. In seguito alla collisione uno dei due Kosmos si sarebbe disintegrato.
“Un altro possibile evento di impatto orbitale: 7 oggetti detriti catalogati di un defunto satellite per comunicazioni sovietico lanciato nel 1991. I detriti sembrano provenire da Kosmos-2143 o Kosmos-2145, 2 degli 8 satelliti Strela-1M lanciati con uno stesso razzo“, ha dichiarato lo scienziato. e questo ha lanciato l’allarme per le missioni future.
La Nasa già da tempo aveva dipinto uno scenario un po’ apocalittico, ma che in fondo non è tanto lontano dal realizzarsi. Si tratta della cosiddetta sindrome di Kessler, da cui il racconto dell’ultimo satellite distrutto dai detriti spaziali non è tanto lontano. Sostanzialmente questa sindrome consisterebbe in un’idea futura di un’orbita spaziale intorno alla Terra talmente piena di detriti spaziali, che il primo incidente porterebbe ad una reazione a catena cui seguiranno tutte le collisioni successive, rendendo lo spazio inutilizzabile per l’essere umano.
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