Lo scorso settembre è arrivata la novità. Il commercio di animali vivi online adesso ha regole più rigide, che se non si rispettano sono sottoposte a sanzione
La compravendita sul web è una consuetudine ormai navigata da decenni, con una spinta in più dall’inizio della pandemia. Ed ormai è entra nella mentalità comune l’idea che se si acquista online si risparmia. Ed in parte è vero, ma si deve stare attenti alle distorsioni che il sistema senza contollo può generare. E come fossero una merce qualsiasi, anche gli animali vivi da compagnia vengono venduti sul web. E questo genera tutta una serie di problematiche. Tanto per cominciare sul benessere animale. Più strumenti esistono per fare profitto su un animale indifeso, e maggiori sono le probabilità di acquisizione indebita e furto. E non serve evocare Crudelia Demon per capire che chi detiene animali esclusivamente per venderli molto facilmente non provvederà alla loro piena necessità di affetto e cura.
In secondo luogo, se si tratta di scambi tra privati, è facile che si possa incorrere in delle truffe. Difatti i prezzi molto alti sono giustificati (?) dalla purezza della razza. Tuttavia un non intenditore potrebbe lasciarsi raggirare facilmente. Per cui è importante che si dia una stretta a questo meccanismo. E così è stato. Per il momento riguarda il commercio di animali, ma sarebbe bene ampliarlo anche ad altre forme di compravendita fra privati.
La nuova “Normativa in materia di sanità animale”, sottoscritta a fine settembre dalla Comunità europea, si è adeguata al Regolamento 2016/429. In realtà, in nome di principi etici auspicabilmente condivisi, il commercio di animali online dovrebbe esere vietato tout court. Tuttavia il meccanismo della compravendita online non rende possibile questo passo avanti verso la civiltà. Ma almeno adesso le pratiche sono maggiormente regolamentate. Quindi sarà più difficile mettere in opera o subire truffe, ed anche maltrattare gli aimali, se non acquisendo sanzioni salate.
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Tanto per cominciare, sarà obbligatorio inserire nell’annuncio di vendita, online o su carta, l’identificativo dell’animale o di chi lo sta vendendo. In questo modo, l’animale, uscendo dall’anonimato, è maggiormente tutelato. Ed anche il compratore che può effettuare delle verifiche presso i censimenti canini o felini. Le inserzioni dovranno rispettare in tutto e per tutto le norme sul commercio elettronico circa la presenza aggiornata di nome, sede, contatti, ecc., affinché il cliente sia debitamente informato.
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E per ultimo, ma non in ordine d’importanza, la vendita dovrà essere allegata ad una certificazione medico sanitaria che attesti le condizioni di salute e la razza dell’animale. Se si violano queste regole si può incorrere in una sanzione amministrativa che può andare da un minimo di 1.000 euro a 5.000 euro.
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