Scoperta una rete di contrabbando con vendita illegale di centinaia e centinaia di esemplari di uccellini avviati poi ad essere usati e sottoposti a grandissimo stress
Purtroppo c’è da registrare una notizia che è allo stesso tempo una buona notizia e una brutta notizia. Perché nella zona di Udine qualche giorno fa sono stati sequestrati da parte dei Carabinieri centinaia di esemplari di uccelli appena nati portati via dai nidi per essere poi oggetto di una vendita che, anche se di per sé non è illegale, in questo caso specifico, ma in altri anche purtroppo, è solo l’ultimo tassello di un percorso criminale che porta solo molto dolore.
L’operazione che ha portato a sgominare la banda che operava tra Italia e Polonia è stata condotta da diverse sezioni dell’Arma dei carabinieri compreso il gruppo Cites di Roma e di Perugia uniti al centro anticrimine natura di Udine. Il sequestro ha permesso di strappare ai trafficanti oltre 500 piccoli esemplari di uccelli. Il loro futuro è adesso di certo un po’ più roseo rispetto a quello che li aspettava.
A spiegare quale sarebbe stata la fine e l’utilizzo di questi giovani pulcini strappati ai loro nidi appena nati è il WWF che dal proprio profilo Twitter rilancia anche la notizia del sequestro dei 559 esemplari che provenivano dalla Polonia e che stavano per finire sul mercato italiano. Questi uccelli sarebbero dovuti essere venduti ai cacciatori per essere così impiegati nelle battute di caccia come richiami vivi.
La stessa associazione di protezione degli animali spiega che l’utilizzo nella caccia dei richiami vivi in Italia non è proibito ma è evidente come il fatto che sia possibile utilizzare degli uccelli vivi come richiamo per stanare preda indifese alimenta molto spesso proprio il bracconaggio e il traffico illegale di queste creature. Dietro l’utilizzo legale c’è quindi una rete di attività illegali portate avanti da criminali che riescono a guadagnare miliardi di dollari proprio dalle loro nefandezze. Per comprendere la portata del contrabbando di animali basta pensare che nel mondo il business dei cosiddetti crimini contro la natura, in cui ovviamente il contrabbando e il bracconaggio rientrano, vale 280 miliardi di dollari ed è in termini puramente numerici la quarta attività illegale più redditizia del pianeta.
Come abbiamo già accennato utilizzare richiami vivi per la caccia al momento è ancora consentito nel nostro Paese. Ma l’utilizzo di questi richiami deve seguire una normativa precisa che va anche a controllare la provenienza degli uccellini utilizzati come richiami. Quelli che sono infatti ammessi per legge sono quelli nati in cattività negli allevamenti che lavorano a questo scopo. Si tratta di esemplari cui viene applicato un anellino identificativo ad una zampa. Il traffico che è stato sventato e scoperto con destinazione Udine seguiva un canovaccio già visto altre volte: gli animali venivano catturati in Polonia e poi portati in Italia dove veniva applicato un anellino contraffatto in modo tale che commercianti compiacenti potessero poi vendere questi esemplari a centinaia di euro. Il problema, come per altre attività illegali che hanno come oggetto la natura, è che molto spesso le pene per i reati di questo tipo non sono gravi a sufficienza da trasformarsi in un deterrente. Ma almeno ora i i 500 uccellini di Udine sono stati affidati a un centro di recupero fauna selvatica e potranno forse tornare a volare.
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