Nuovi studi suggeriscono che nonostante le aspettative, esista attività vulcanica sul pianeta Venere. Come sono arrivati a questi risultati
Lo studio astronomico di pianeti che non sono stati esplorati, oggi è possibile in maniera più dettagliata grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie. Ed ad avvalersi di esse sono stati Robert Herrick dell’Università dell’Alaska Fairbanks e l’ingegnere Scott Hensley del Jet Propulsion Laboratory della NASA in California. Facendo un passo indietro, si può dire genericamente che il Pianeta Venere è stato studiato numerose volte a confronto con la Terra. Difatti i due pianeti presentano caratteristiche simili in quanto grandezza, massa, densità e composizione morfologica. Tuttavia esistono delle differenze sostanziali. La Terra è molto più temperata, umida e ricca di vita. Mentre i campioni di Venere rilevano roccia molto secca, arida e tutto il Pianeta è avvolto da una nube tossica. Carateristiche che suggeriscono la pressoché assenza di vita su Venere.
Un esperimento iniziato nei primi anni Novanta del Novecento ha rilevato delle bocche vulcaniche su Venere. Ed ara arriva la conferma che dovrebbe esserci attività. Anche se la visibilità del Pianeta dalla Terra è piuttosto complicata, a causa dell’intensa nube che lo avvolge.
il Magellan è una navicella spaziale che nel 1990 ha individuato delle bocche vulcaniche sul pianeta Venere. Nei decenni successivi ha potuto rilevare la crescita di queste bocche. Le tecnlogie nel frattempo si sono evolute, e Herrick ha spiegato: “È solo nell’ultimo decennio o giù di lì che i dati di Magellan sono stati disponibili a piena risoluzione, mosaicati e facilmente manipolabili da un investigatore con una tipica postazione di lavoro personale“. Esaminando manualmente le immagini del Magellan, ha trovato qualcosa, che confermerebbe l’attività vulcanica di Venere, in prossimità dei due più grandi grandi vulcani di Venere, Ozza e Maat Mons.
Gli studi dalle foto del Magellan si sono incrociate con i risultati delle sonde Venus, che sono state inviate sul pianeta per studiarne l’atmosfera, non la morfologia della terra. Nonostante ciò hanno contribuito notevolmente alla ricerca, e come conferma Harrick stesso, “ora possiamo dire che Venere è attualmente vulcanicamente attiva, nel senso che ci sono almeno alcune eruzioni all’anno. Possiamo aspettarci che le prossime missioni su Venere osserveranno nuovi flussi vulcanici che si sono verificati da quando la missione Magellan è terminata tre decenni fa, e dovremmo vedere alcune attività che si verificano mentre le due prossime missioni orbitali stanno raccogliendo immagini”.
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