Venezia rischia “danni irreversibili”, l’Unesco lancia l’allarme: “Bisogna inserirla nella lista dei patrimoni a rischio”. Cosa è emerso nell’ultimo rapporto dell’Organizzazione
Passeggiare lungo le vie del Canal Grande prima di giungere al cuore della città, o magari percorrerlo a bordo di un battello (meglio ancora se di una gondola); visitare la celeberrima Piazza San Marco, con la sua Basilica dalle reminiscenze bizantine, e con la caratteristica Torre dell’Orologio che vi si affaccia; ammirare le bellezze della laguna dai suoi ponti memorabili (tra cui il più famoso è certamente il Ponte di Rialto): Venezia è tutto questo e molto di più.
E il rapporto recentemente stilato dall’Unesco non può far a meno di spingerci ad attenzionare la situazione di questa splendida città con ancor più slancio. È notizia dell’ultima ora che Venezia, stando al bilancio effettuato dall’Organizzazione facente capo all’Onu, dovrebbe essere “inserita nella lista dei patrimoni mondiali in pericolo“.
Solamente qualche settimana fa, d’altra parte, le immagini delle acque del Canal Grande completamente coloratesi di verde contribuivano ad ingigantire l’allarme lanciato rispetto a questa città. Scopriamo, dunque, che cosa è recentemente emerso nell’ultimo rapporto Unesco, e come tali dati siano destinati ad influire sul futuro di Venezia.
L’ultimo rapporto Unesco, anticipato da Repubblica, non prospetta scenari positivi per quel che concerne la cittadina di Venezia. A causa del suo incessante sviluppo, nonché delle conseguenze disastrose determinate dal turismo di massa e dall’impatto dei cambiamenti climatici, si rischierebbero “modifiche irreversibili all’eccezionale valore universale” della città lagunare.
Motivo per il quale, l’Organizzazione che si occupa di tutela dell’ambiente e che fa capo all’Onu raccomanda di inserire il capoluogo veneto nella lista dei patrimoni mondiali a rischio. Una scelta che, laddove venisse presa in considerazione, andrebbe sicuramente ad incrementare gli sforzi che si stanno attualmente compiendo in sua difesa.
Decretare l’inserimento di Venezia tra i patrimoni in pericolo vorrebbe dire anche riflettere sugli strumenti e sulle modalità più adeguate per garantire alla città un’espansione tutelata e sicura. D’altro canto, come osserva il rapporto Unesco, il continuo sviluppo urbanistico, unito a problematiche di natura estrinseca – quali il surriscaldamento globale, la peggior piaga che il XXI potesse trovarsi a sperimentare – starebbero contribuendo a provocare “danni irreversibili” alla laguna.
Inoltre, come rilanciato dall’agenzia Onu, gli interventi e le misure messe in atto fino a questo momento sarebbero insufficienti a garantire alla città tutte le sicurezze di cui essa, all’opposto, dovrebbe potersi fregiare. Considerate queste premesse, a chi spetta l’ultima parola per quanto concerne l’inserimento di Venezia tra i “patrimoni a rischio“?
Sviluppo urbanistico sprovvisto di controlli, cambiamenti climatici e turismo di massa sarebbero le cause che starebbero portando al deterioramento di Venezia. Secondo quanto riferisce l’agenzia Onu, l’appello recentemente lanciato dall’Unesco verrà preso in esame a settembre da parte del Comitato del patrimonio mondiale Unesco. Solo tra un paio di mesi, dunque, sapremo se la città lagunare verrà effettivamente inserita nella lista dei patrimoni a rischio, come caldamente consigliato dall’Organizzazione.
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