Da tempo circola una leggenda sul letargo delle lumache che potrebbe protrarsi anche per tre anni: uno studio di alcuni esperti ha indagato sul tema.
Dopo questi giorni di pioggia vedremo tra i luoghi più umidi la ricomparsa delle lumache. Dunque, è il caso di esplorare il loro mondo e nello specifico ciò che concerne il loro sonno. Partiamo da un presupposto ogni essere vivente ha bisogno di dormire, una funzione necessaria che ci permette di svolgere le normali abitudine.
Certo, c’è chi dormirà solo 6 ore e chi lo farà per più tempo, ma nessuno può esimersi dal farlo. Questi esemplari sono noti per essere molto “comodisti”, ma in realtà la loro attività non è scontata, anzi è singolare ed esclusiva, per quale motivo? Proprio per come dormono, la domanda nasce spontanea: cosa avrà di speciale il sonno/riposo delle lumache? Scopriamolo insieme.
È stato uno studio condotto da un team dell’Università di Toronto, in Canada, che è riuscito a mettere in luce un aspetto importante che riguarderebbe il sonno delle lumache. Queste riuscirebbero a dormire per più di quindici ore, ma non di fila.
Nel dettaglio, le lumache intervallerebbero il riposo svegliandosi “tra un sonno e l’altro” circa sette volte. Una volta terminata l’attività appena descritta, queste sarebbero in grado di “lavorare duro” per almeno 30/40 ore di fila senza mai dormire.
Dunque, il loro sonno si differenzia molto da quello dell’uomo. Vere amanti della notte amano muoversi quando il sole cala, il motivo è semplice: durante le ore notturni l’umidità sale e loro trovano la pace riuscendo a creare il muco.
La nota negativa arriva, quando caldo o freddo sono protagonisti. In questo caso, per proteggersi le lumache potrebbero rimanere “nascoste” all’interno del loro guscio addirittura anche per tre anni. Per fortuna si tratta di una possibilità veramente rara.
Dunque, ricapitolando la lumaca non uscirebbe dal proprio guscio solo per proteggersi da un clima che non tollera. La ragione è che in assenza di umidità farebbe fatica a svolgere le normali attività, dunque, preferisce andare in “letargo”. Così facendo eviterà di dover cercare da mangiare o continuare a girare alla ricerca di un luogo idoneo.
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