[galleria id=”611″]La Cina ignora la proposta fatta dagli Stati Uniti. Sebbene Barack Obama E Hu Jintao, rispettivamente Presidente della Cina e Presidente degli USA si siano incontrati spesso dimostrando diplomazia e cordialità reciproca, sul tema delle misure di contrasto all’inquinamento ambientale i delegati non stanno facendo altrettanto. Il ministro cinese Zhenhua Xie ha criticato l’offerta di Obama di tagliare le emissioni del 17% entro il 2020 (ovvero 1/5 di quanto dovrà fare l’Europa). Troppo poco. Le repliche americane non si sono fatte attendere.
Todd Stern, delegato al Vertice del Clima di Copenhagen per conto di Obama-USA, risponde a tono alle “accuse” avanzate dal governatore cinese: “In primavera, spero che gli Stati Uniti annunceranno all’Onu impegni ancora più ambiziosi. Ma il Paese che si prepara ad aumentare drammaticamente le emissioni è la Cina. Sarà impossibile raggiungere un accordo, senza impegni precisi da parte cinese“.
Pechino, sebbene non abbia obblighi sul Protocollo di Kyoto, ha bene in mente gli obiettivi da raggiungere: abbassare l’intensità energetica, ridurre le emissioni inquinanti (al fronte di un’economia sempre più proficua e un PIL in crescita di oltre 40 punti percentuali). Ma i 10 miliardi di dollari stanziati per adeguare i Paesi poveri alla lotta ai cambiamenti climatici sono insufficienti. Aspro il commento del solito Xie: “Non bastano neppure a comprare una bara per i cittadini dei nostri Paesi“.
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