[galleria id=”633″]Qualcuno se l’aspettava prima ancora che cominciasse. Le enormi aspettative derivate da questa mega-conferenza mondiale hanno sollevato, alla chiusura, una grandissima insoddisfazione generale. Tutto è terminato con un “niente di fatto”: nessun accordo concreto, nessun vincolo, nessun impegno nè per il 2020 nè per il 2050. Clima, emissioni e deforestazione sono stati trattati come argomenti qualunque, non determinanti. Peccato soltanto che, da questi, ne dipendano le sorti del mondo. L’unica richiesta (?) fatta è stata quella sulle temperature globali: non dovranno aumentare oltre i 2°C. Ma senza delle misure reali, come è possibile concretizzare?
Sono stati parecchi i Paesi che hanno detto NO alla firma dell’accordo: quelli di Africa, Oceania e America Latina. Reputando tutto quanto emerso da questo Vertice Mondiale sul Clima, un’autentica “vergogna” senza arte nè parte. Oltre al naufragio del piano sul clima, si è visto il tracollo del piano per la protezione delle foreste (Reducing Emissions from Deforestation and Degradation – REDD) per il quale sarà necessario attendere il 2010. I tentativi di USA e Colombia di modificare il trattato (escludendo i diritti indigeni sulla gestione delle foreste), durante la negoziazione, ha portato al congelamento dello stesso. Nell’aspettare un altro anno, così, si condannano 13 milioni di ettari di foresta (traducibili in una produzione pari a 1/5 delle emissioni mondiali di gas serra).
Immagini tratte da:
greenreport.it
en.cop15.dk
treehugger.com
sciencemediacentre.co.nz
static.guim.co.uk
greenpeace.org
topnews.in
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