Da questo Vertice sul Clima di Cancun ci aspettavano grandi cose. E invece, anche stavolta, per vedere un risultato accettabile al 100% bisognerà aspettare qualche anno. Per il momento, infatti, è stato delineato soltanto un accordo “a metà” per ridurre in parte le emissioni di CO2 entro il 2020. “L’accordo è inferiore alla riduzione delle emissioni necessaria, ma si delinea un percorso in tal senso” ha dichiarato Tim Gore di Oxfam. La vera cosa buona che è emersa è l’impegno di finanziamento dei Paesi ricchi verso i Paesi poveri, appunto per adempire alle necessità. Ma come?
Qualcuno infatti sostiene che non sia esattamente chiaro il metodo con il quale i Paesi più agiati potranno coprire i fondi destinati ai bisognosi. A Copenaghen, l’anno scorso, i Paesi ricchi hanno deciso di raccogliere 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 per questi fondi. Tuttavia, i funzionari USA hanno detto durante il fine settimana che la maggior parte di questo potrebbe provenire dal settore privato.
Questo accordo dovrebbe anche accontentare gli attivisti anti-deforestazione, dal momento che verrà instaurato un sistema di incentivi per evitare la distruzione delle foreste pluviali tropicali in paesi come Brasile, Congo e Indonesia.
“Il risultato non è stato sufficiente a salvare il pianeta“, ha detto Alden Meyer della Union of Concerned Scientists. “Ma ha restaurato la credibilità delle Nazioni Unite, grazie a un forum dove il progresso può essere realizzato“. Confidiamo in una soluzione definitiva nei prossimi 24 mesi.
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