Nakada Setsuya è professore alla Tokyo University ed è stato molto diretto nel suo riferirsi all’eruzione. Non sembra avere dubbi, ecco perché ha riferito che gli Italiani dovrebbero cominciare a parlarne e a prepararsi, in modo da avere un piano adeguato, per poter gestire la situazione. Allo stesso tempo, il vulcanologo non è riuscito a prevedere quando avverrebbe un tale evento catastrofico. Quest’ultimo non sarebbe prevedibile con un certo anticipo e questo costituisce di certo un problema.
Secondo l’esperto, ci sarebbero, comunque, dei segnali, i quali, ad un punto preciso, indicherebbero che qualcosa si sia messo in moto. Un indizio in questo senso potrebbe essere costituito dagli sbuffi o, eventualmente, anche dai rigonfiamenti del terreno. Tutti questi elementi indicherebbero che il magma si sia messo in movimento. E’ stato anche chiarito che a volte possono anche trascorrere pochissime ore, dal momento in cui si annunciano questi segnali.
Sulla questione sono intervenuti i Verdi ecologisti. Il responsabile regionale, Francesco Emilio Borrelli, ha ricordato come tutto il mondo sia preoccupato per l’attesa imprescindibile dell’eruzione del Vesuvio. Proprio per questo, Borrelli ha rivolto il suo monito nei confronti della Protezione Civile nazionale, che continua a rinviare l’aggiornamento di un piano specifico. In realtà, come hanno spiegato da sempre molti studiosi, non si può prevedere con certezza l’eruzione di un vulcano, specialmente se questo appare come dormiente. Eppure il professore giapponese ha insistito, ma lo stesso Francesco Emilio Borrelli ha chiarito: “Non sappiamo a quale generazione toccherà pagare il conto”.
E’ certo, comunque, che due mesi fa la Regione Campania ha diramato una delibera sul Bollettino Ufficiale, sulla quale è evidente come sia stata ampliata la zona rossa, che comprende tutti quei Comuni a rischio in caso di un’eventuale eruzione. Secondo queste indicazioni, se il Vesuvio dovesse risvegliarsi, ci sarebbero da far evacuare 700.000 persone.
Foto di Hardo Müller
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