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Videogiochi interattivi per scoprire le profondità marine: come

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Imparare a conoscere il mare e ciò che nasconde e custodisce attraverso i videogiochi. Un progetto ambizioso tutto europeo che parla anche italiano

reperti sul fondo del mare
Reperto (foto da Canva) – ecoo.it

La tecnologia può aiutare sotto molti aspetti ad affrontare anche i cambiamenti climatici e a ridurne l’impatto. Ma quando si parla di tecnologia molto spesso si fa riferimento per esempio alle tecnologie che permettono di ridurre l’impatto ambientale delle attività umane. I pannelli solari oppure gli impianti eolici sono forse la prima cosa che ti viene in mente se pensi alla tecnologia applicata all’ambiente.

Ma oltre a ciò che si può fare per evitare di aggravare una situazione già di per sé molto delicata ci sono anche tutte quelle tecnologie che possono invece venire in aiuto di chi cerca di cambiare non solo l’ambiente ma ciò che le persone vedono nell’ambiente. Un esperimento molto interessante a tal proposito è quello che si è inaugurato ufficialmente con la scelta del team e che riguarda i tesori archeologici subacquei. Un progetto con a capo il professore associato dell’Università della Calabria Fabio Bruno e che parla la lingua dei videogiochi ma declinati sui temi ambientali.

Videogiochi, realtà virtuale e realtà reale insieme per il mare

Il progetto nato ufficialmente con la presentazione avvenuta il 29 giugno 2022 a Rende è ora arrivato a una fase molto importante. Il progetto si chiama Creamare e ha lo scopo di dare vita ad una sorta di videogioco interattivo con cui raccontare ciò che c’è sotto la superficie del mare e tutti i tesori che il mare nasconde custodisce. Ma perché parlare di reperti archeologici e ambiente si può all’interno della stessa frase? A spiegarlo molto bene proprio il professor Fabio Bruno ai colleghi di Ocean.

Bambini che giocano (foto da Canva) – ecoo.it

Il professor Bruno ha sottolineato come i mari siano scrigni inesauribili di reperti archeologici che coprono gli ultimi 4000 anni della storia dell’umanità. Ma “il patrimonio culturale subacqueo vive in simbiosi con l’ambiente marino” il che significa che ciò che di umano si inabissa poi entra piano piano a far parte dell’ecosistema con “tante specie marine che lo colonizzano e vi abitano“. È per questo motivo che la salvaguardia del patrimonio di reperti archeologici subacquei e la sua promozione anche attraverso l’utilizzo della tecnologia e dei videogiochi può essere anche un modo per promuovere la salvaguardia dell’ambiente marino. Il team guidato dal professor Bruno ha già in passato prodotto sistemi di realtà virtuale che hanno permesso di scendere in profondità senza indossare nessuna muta ma il passo successivo che si vuole fare con Creamare è quello di un serious game:videogiochi educativi che permettono di conoscere il patrimonio culturale in generale“.

Nuovi strumenti di informazione

The Wandering Village (foto da YT Xbox – Canva) – ecoo.it

Anche se ancora capita che quando i giovani diventano violenti qualcuno tiri in ballo i videogiochi e come influenzano il modo in cui i giovani vedono la realtà, esattamente come qualunque altro mezzo di comunicazione e di espressione del pensiero umano (perché questo sono i videogiochi alla stregua di libri, film serie tv) possono anche diventare un modo per promuovere modi nuovi di vedere il mondo. Uno di questi modi sono ovviamente i serious game che cercano di portare attraverso l’esperienza videoludica gli utenti a conoscere e a comprendere la realtà che li circonda. Ma non è necessario esporsi per forza ai serious game. Se per esempio sei curioso di vedere come è possibile declinare il tema ambientale e di salvaguardia del rapporto con l’ambiente in termini di videogiochi ti consigliamo di provare il titolo The Wandering Village, che ruota tutto proprio sul rapporto che una piccola civiltà fantastica instaura con una creatura magica ma in un ambiente che ricorda fin troppo da vicino quello che stiamo facendo al nostro pianeta.

Valeria Poropat

Valeria si occupa da anni di ecologia e per Ecoo cerca di trovare tuttio ciò che c'è di buono nel rapporto tra uomo, natura e tecnologia

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