Si pone un problema per i vigneti e per il prossimo raccolto, colpito da un parassita. Le Regioni hanno chiesto di abolire il divieto dei pesticidi
La storia ha dei precedenti. I pesticidi clorpirifos -metile e thiamethoxam sono stati vietati in tutta Europa nel 2020. Per una volta gli Stati Uniti ci precede lungamente. Dal 2001 questi pesticidi non sono più utilizzati in USA. Ed ora i proprietari di vigneti, con l’ausilio delle Regioni coinvolte, chiedono che il clorpirifos -metile in particolare venga ripristinato, almeno come aiuto sporadico contro una vera e propria epidemia che sta infestando i vigneti. Si tratta delle regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana ed anche Marche.
Si rischia di perdere il raccolto e dunque la produzione di vino di un’intera annata. Ed è arrivata la richiesta al Ministero della Salute. È intervenuto sulla vicenda il consigliere regionale Andrea Zanoni, rappresentante del PD. Qui si trovano sul piatto dei forti interessi economici, e dall’altra parte non solo la tutela ambientle, ma anche la salute umana.
Da più parti è iniziato l’allarme. La cicalina, con il nome scientifico di Scaphoideus titanus, è un insetto che ha il ruolo da vettore per una delle malattie più infestanti per i vigneti: la flavescenza dorata. che potrebbe ridurre, anzi, drasticamente decimare il raccolto delle uve, e di conseguenza di vino. Se si considera che il Veneto, in particolare il Valdobbiadene, con la produzione del prosecco, ha un introito annuale piuttosto copioso dalla vendita dei prodotti enologici, si può intuire il danno della cicalina. Il problema è che gli insetticidi per uccidere questo insetto sono stati vietati perché comportano gravi danni alla salute, quale anche danni allo sviluppo mentale dei bambini. L’esposizione continuativa può portare a questo tipo di problematiche.
La richiesta da parte dei viticoltori per salvare i raccolti è di fare un trattamento unico tra giugno e luglio. A loro parere, gli eventuali danni sulla salute sarebbero con esposizioni massicce. La richiesta eprò è di utilizzare il thiamethoxam, che uccide le api. In attesa di una risposta dal Ministero, Zanoni commenta: “Sono sostanze neurotossiche, il divieto deve rimanere“.
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