Protezione animali 1 – Corrida 0. È questo in risultato finale di un lungo, lunghissimo match che ha visto andare in scena l’ultima corrida del capoluogo della Catalogna. Le lotte degli ambientalisti sono state premiate a discapito di una lunga tradizione popolare che portava nell’arena sangue e magia. Barcellona, città simbolo della Spagna, dice così addio ai toreri ma anche al maltrattamento dei tori, costretti a una vita da animali ingabbiati in un ruolo che non era il loro.
I più popolari animali selvatici spagnoli hanno così finito di patire barbarie e torture per uno spettacolo ricco di tradizione ma anche di un livello di maltrattamento degli animali incomprensibile per un paese civile. L’ultima festa in Spagna però è stata un vero successo come da tempo non si vedeva: l’arena Monumental ha dato il meglio di sé con un tutto esaurito, 20mila biglietti venduti e più di 400 addetti stampa. Indimenticabile l’esibizione di José Tomas, un professionista che balla con i tori e che sa incantare il pubblico con le sue prodezze. L’ancestrale battaglia uomo – animale con lui è sembrata un prodigioso duello, una vera e propria manifestazione magica magia degna di un grande ultimo atto. La città di Barcellona ha salutato così un’arte antica, come quella della tauromachia, che negli anni ha saputo dividere l’opinione pubblica. C’è chi, però, non ci vede solo nella corrida una battaglia tra animalisti e conservatori, bensì un vero atto di differenziazione rispetto al resto della Spagna.