La storia di Marco Loconte che dopo anni passati a fare l’informatico decide di diventare agricoltore è una storia di amore per la famiglia e per le tradizioni con un occhio alla sostenibilità
Marco Loconte ha 46 anni e fino al 2016 lavorava come esperto di informatica. Proprio nel 2016 ha però deciso di lasciare il suo lavoro e tornare alla terra in particolare ai terreni che, come raccontato da lui stesso, sono stati i terreni su cui generazioni di suoi familiari hanno lavorato. Da questo progetto sta per arrivare anche una Oasi WWF molto particolare e che al momento è un unicum nell’ambito delle Oasi.
L’oasi che sta per essere inaugurata anche e soprattutto grazie al lavoro che tutti i giorni, nel totale rispetto dell’ambiente, Marco compie è infatti al momento la prima è unica Oasi agricola. Un luogo in cui ogni giorno questo ex informatico diventato agricoltore per rientrare in contatto con le proprie radici dimostra che è possibile produrre senza l’impiego di sostanze nocive per l’ambiente
Prodotti di stagione e biodiversità nella storia dell’Oasi di Marco
Il racconto di come ha deciso di abbandonare il lavoro di informatico e tornare nelle terre che erano della sua famiglia, Marco lo fa utilizzando soprattutto una parola emblematica: la libertà. Come riportato dai colleghi di Genovatoday, infatti, l’uomo, che ha ora 46 anni, nel 2016 ha deciso di abbandonare la carriera di informatico, iniziata a vent’anni, per tornare proprio sulle terre in cui, come dimostrano le foto degli Anni Cinquanta che conserva ancora, suo nonno lavorava.
E il lavoro che adesso da agricoltore Marco Loconte sta svolgendo è un lavoro importante sotto molti punti di vista diversi. Perché se da una parte l’operato di Loconte dimostra come è possibile ottenere una produzione senza l’impiego di sostanze chimiche artificiali ma solo con sostanze naturali, ed è quindi un viatico anche per tutti coloro i quali vogliono intraprendere un percorso di autosufficienza simile, dall’altra è anche un esempio emblematico del rapporto che gli agricoltori possono instaurare con la natura circostante. L’attenzione alla natura ha permesso infatti che intorno a quelle che sono state ribattezzate Terre dei Bravin si creasse una nuova biodiversità. Ne sono un esempio le orchidee selvatiche che sono tornate a fiorire come pure tanti insetti impollinatori che sembravano scomparsi.
L’esempio delle Terre dei Bravin
A sottolineare l’importanza di questo esperimento che si sta trasformando in vera e propria Oasi WWF è proprio la presidente di WWF Genova Maura Piaggesi che ha spiegato come sia proprio il modo in cui Marco Loconte gestisce l’agricoltura nel suo terreno che ha attirato l’attenzione della associazione che ha voluto così trasformare questi territori in una Oasi a dimostrazione di come una agricoltura diversa è possibile e anzi deve essere attuata.