C’è vita nello spazio? La recente scoperta della NASA potrebbe finalmente fornirci una risposta a tal riguardo: gli indizi ci sarebbero tutti
C’è vita nello spazio? È questa la domanda più gettonata che tutti si pongono a partire dal momento in cui sono iniziate le esplorazioni spaziali, attorno alla metà del secolo scorso. Dopo lo sbarco del primo uomo sulla Luna, satellite terrestre, le attenzioni di scienziati e astronauti si sono riversate soprattutto su Marte. Si tratta, infatti, del pianeta più vicino alla Terra per conformazione e temperature; la meta ideale, dunque, per esploratori e ricercatori che tentano di scovare tracce di vita aliena nello spazio.
E a proposito di indizi che possano testimoniare l’esistenza di altre specie viventi, la NASA ha recentemente reso nota una scoperta a dir poco sensazionale, effettuata grazie al contributo del telescopio spaziale James Webb. La novità in questione, che riguarda il pianeta Saturno, costituirebbe un importantissimo passo avanti in materia di ricerca spaziale. Che siano state finalmente individuate le prime tracce di vita aliena nell’universo?
C’è vita su Saturno? Ecco cosa avrebbe rilevato il telescopio spaziale della NASA
Mentre si continuano ad elaborare metodi sempre più sofisticati in grado di decodificare eventuali messaggi inviati da comunità aliene, la NASA sarebbe pervenuta ad una scoperta di rilevanza incommensurabile in tema di esplorazione di Saturno. Una scoperta captata dal telescopio spaziale James Webb e concernente Encelado, uno degli 83 satelliti naturali del sesto pianeta del sistema solare. Delle molteplici lune di Saturno, Encelado potrebbe essere proprio quella in grado di fornirci testimonianze di vita aliena nello spazio.
Gli astronomi e ricercatori della NASA, nello specifico, riferiscono di aver individuato il getto di vapore acqueo più grande mai visto, addirittura “venti volte più grande della luna stessa“. Non una novità per il satellite, che sarebbe costantemente interessato da episodi di innalzamento di pennacchi di gas e polvere. Stavolta, tuttavia, il geyser lungo oltre 9.500 km avrebbe una particolarità che non sarebbe mai potuta sfuggire agli scienziati.
Sembrerebbe, infatti, che il getto di vapore acqueo originatosi da Encelado – il cui diametro è di a malapena 500 km – contenga al proprio interno anidride carbonica, metano e ammoniaca. Una scoperta di questo genere, di primo acchito, potrebbe apparirvi irrilevante. In realtà, si tratta di un’informazione preziosissima agli occhi degli esperti della NASA, che l’astronomo Geronimo Villanueva ha addirittura definito nei termini di “scioccante“. Quale sarebbe, dunque, la correlazione tra il ritrovamento di tali sostanze e la possibile presenza di una specie aliena sul satellite di Saturno?
Encelado, scoperte sostanze organiche sul pianeta: ci troviamo di fronte ad una traccia di vita aliena?
Le sostanze organiche rinvenute nel getto di vapore originatosi dal satellite – anidride carbonica, metano e ammoniaca nella fattispecie – rappresentano una scoperta sensazionale per gli astronomi della NASA. Si tratta, infatti, di composti e gas imprescindibili per una qualsiasi forma di vita. Che la loro presenza rappresenti il primo, oscuro indizio dell’esistenza di altre specie viventi?
Per chiarire ulteriormente tale questione, gli scienziati hanno in progetto svariate missioni da mettere a punto. Una di queste consiste proprio nel far atterrare su Encelado un robot che, percorrendo in lungo e in largo il satellite, possa essere in grado di rilevare eventuali indizi di vita aliena.