Per iniziare a vivere in un mondo migliore c’è bisogno di assumere consapevolezza sul fatto di potere diventare una società senza sprechi, in che modo.
Una società senza sprechi è ciò a cui l’umanità dovrà puntare. E per forza di cose. Siamo costretti a dovere adattarci ad una esistenza nella quale non possiamo più permetterci di sciupare tutti i beni che abbiamo a nostra disposizione. L’inquinamento che abbiamo creato e che attanaglia il pianeta è arrivato al limite massimo consentito. Le risorse disponibili in un anno necessarie per fare vivere bene quasi otto miliardi di persone sulla Terra vengono consumate nel giro di pochi mesi, con un trend negativo che si ripete da decenni. E che di anno in anno tende a peggiorare sempre di più.
C’è plastica ovunque, persino sulle cime dell’Everest, che rappresenta il punto più alto del pianeta. Per non parlare degli oceani infestati da microplastiche, le quali vengono inghiottite da varie specie dei pesci. Per poi fare ritorno a noi che quei pesci li mangiamo. E non finisce qui: c’è anche il discorso che fa riferimento al surriscaldamento globale. Checché ne dicano e ne pensino gli ignoranti ed i negazionisti, è innegabile che gli effetti che il climate change sta avendo siano sotto gli occhi di tutti.
I sempre più repentini e violenti fenomeni climatici fuori stagione del resto sono evidenti. Occorre allora dare un taglio a tutto questo, portando al sorgere di una società senza sprechi. Il tutto può avvenire perseguendo l’ecosostenibilità, che molte volte fa rima con risparmio. Passare agli impianti elettrici per le proprie auto, alla installazione di pannelli solari portatili o di impianti mini eolici da balcone porta a produrre energia senza pesare sulle bollette e senza inquinare.
Un altro modo persino più semplice di ridurre l’inquinamento che ognuno di noi produce e per fare si di approdare finalmente ad una società senza sprechi consiste nel compiere degli acquisti consapevoli. Per quando facciamo la spesa alimentare, per quando ci servono degli indumenti, un dispositivo elettronico e così via. Comprare soltanto quello che ci occorre davvero è un qualcosa che può fare la differenza. E che può verosimilmente essere di aiuto nel ridurre l’impatto ambientale.
La stessa cosa avviene poi nell’impiegare acqua, luce, gas solo quando è strettamente necessario. Quante volte lasciamo una lampadina accesa in una stanza dove non c’è nessuno? Questa cosa è sbagliata e produce inquinamento ed un consumo di corrente evitabile per le nostre tasche. Oppure, anziché accendere il condizionatore in estate – spesso e volentieri ad una temperatura sbagliata – perché non pensiamo di creare una piacevole brezza in casa frutto di una corrente tra due finestre o balconi aperti appositamente?
E comprare solo e soltanto quello che ci serve è il modo giusto per iniziare a ridurre l’inquinamento. Ci saranno meno carta, plastica ed altri materiali da smaltire nella spazzatura. Fare la differenziata poi è un altro passo ulteriore. Fermo restando che, quando possibile, si consiglia di riutilizzare le nostre cose cercando di aggiustarle oppure adattandole ad un nuovo utilizzo diverso da quello di origine.
E pure nell’ambito della alimentazione è possibile fare la differenza, ad esempio scegliendo prodotti bio o da allevamenti controllati. Magari non siamo soliti pensarci, ma anche gli allevamenti generano inquinamento, tra uso di acqua, corrente, riscaldamenti ed altro. Politiche mirate a creare una maggiore sensibilizzazione in tal senso, tra compagne pubblicitarie apposite ed istruzione scolastica, sono quello che ci vuole per iniziare a donare un mondo migliore alle generazioni future.
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