Vitamine: cosa può accadere con l’abuso eccessivo

L’Istituto Superiore di Sanità parla dei rischi a cui si va incontro con un eccesso di vitamine, e raccomanda di assumerle solo se necessario

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Vitamine (Foto Pixabay)

La scoperta delle vitamine, anzi, del loro ruolo nel corpo, è stata un passo avanti decisivo nella scienza medica. La loro identificazione si va a collocare nel diciottesimo secolo. Già dal 1700 si era notato come con un apporto di determinati cibi si curassero alcune malattie, ma è stato il 1753 l’anno chiave. Il medico Lind si rese conto che lo scorbuto, malattia che affliggeva i marinai e che decimava gli equipaggi, era curabile con succo di limone o lime. Da lì l’isolamento e l’importanza della Vitamina C.

Nella società contemporanea le vitamine possono essere carenti a causa di una dieta sbagliata, o di qualche patologia che ne limita l’assimilazione. L’Istituto Superiore di Sanità segnala come l’avitaminosi, ovvero la carenza di vitamine, è stata per lungo tempo la causa principale della diffusione di numerose malattie, come ad esempio la pellagra nel nord Italia, dove la scarsità di grano duro portava la popolazione a cibarsi prevalentemente di mais e polenta, alimenti privi di vitamina B3 che invece è presente nel grano.

Vitamine, cosa succede se se ne assumono troppe

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Vitamine (Foto Pixabay)

Il fenomeno opposto è l’ipervitaminosi, che non è meno grave. Nella realtà odierna piuttosto che portare avanti una dieta variegata e sana si preferisce compensare le carenze con le vitamine sintetizzate, che talvolta vengono assunte senza consiglio medico alle spalle. Oppure si opta per questa soluzione come trattamento cosmetico, per migliorare la tonicità della pelle, o per assicurare la salute di capelli ed unghie. Tuttavia gli integratori alimentari, anche se acquistabili in farmacia senza ricetta, non sempre portano ad effetti positivi sulla salute.

L’Istituto Superiore di Sanità parla delle malattie correlate all’ipervitaminosi, e contemporaneamente ribadisce che è difficile, anche se non impossibile, che l’ipervitaminosi venga da una dieta sbilanciata. È imputabile nella maggior parte dei casi ad un utilizzo smodato di integratori alimentari. Le più frequenti ipervitaminosi si verificano assumendo in eccesso le vitamine liposolubili A, D, E o K, che a differenza della vitamina C o B non si sciolgono in acqua. Le vitamine idrosolubili in eccesso vengono eliminate attraverso le urine, mentre invece quelle liposolubili in eccesso vanno ad appesantire il fegato o si depositano nel grasso corporeo, e vengono eliminate molto lentamente.

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Come scrive l’ISS, “la sintomatologia legata all’ipervitaminosi è variabile e dipende sostanzialmente da quale vitamina si accumula. In caso di ipervitaminosi A si hanno cefalea, vomito e stato di torpore, con ossificazione precoce o malformazioni, rispettivamente nel bambino e nel feto. Nell’eccesso di vitamina D si osserva l’aumento dei livelli di calcio nel sangue, con sete, dolori addominali e affaticamento, fino a casi più gravi di alterazioni dello stato di veglia. L’ipervitaminosi E non è tossica, ma può portare a disturbi intestinali. L’eccesso di vitamina K è più raro ma può dare vampate, trombosi e anemia”.

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In sostanza l’uso smodato, o la carenza di vitamine sono entrambi fenomeni deleteri per il corpo. Per cui non è consigliabile assecondare le mode del momento e assumere vitamine in eccesso con la convinzione che “meglio abbondare che deficere”. Questo motto non è valido nella maggior parte dei casi.

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