[galleria id=”1531″]Un nuovo capitolo nell’ambito della vivisezione animali, visto che è stato approvato l’articolo 13 della legge di delegazione europea, che restringe questa pratica come metodo di sperimentazione e cerca di promuovere il ricorso a dei metodi sostitutivi. Una conquista che è stata ben accolta dagli animalisti, i quali da tempo si battono in questo senso.
In particolare la legge cosiddetta “restringi-vivisezione” vieta di allevare nel territorio nazionale cani, gatti e primati che siano destinati alla sperimentazione. E’ stato previsto lo stop per dei test che oggi vengono considerati comuni, come, per esempio, quelli relativi alle droghe, all’alcool, al tabacco, alle armi e per scopi didattici. Il tutto vuole limitare il campo d’azione e viene stabilito l’obbligo di provvedere all’anestesia. Quest’ultima fino a questo momento non veniva utilizzata in almeno il 20% degli esperimenti che coinvolgono gli animali nei laboratori del nostro Paese.
Con la norma l’Esecutivo si impegna anche dal proprio punto di vista, perché proprio adesso spetta il compito di favorire la ricerca sugli esperimenti alternativi. In virtù di ciò che è stato stabilito, il Governo dovrà destinare di anno in anno una quota a questo settore della ricerca scientifica. I fondi andranno a far applicare la legislazione vigente e a finanziare, a livello periodico, delle iniziative di formazione e di aggiornamento per tutti coloro che operano nel settore.
I laboratori hanno il compito di comunicare obbligatoriamente il recepimento delle misure sostitutive e a questo scopo si dovrà utilizzare un’apposita banca dati nazionale. Norme restrittive sono state adottate anche per il coinvolgimento dei nostri amici a quattro zampe negli sperimenti bellici e in tutte quelle esercitazioni di carattere didattico. Tuttavia da quest’ultimo ambito fanno eccezione la formazione universitaria in medicina veterinaria e l’alto insegnamento per i medici.
Ci sarà una maggiore attenzione per la salute degli animali e si condurrà una particolare attenzione per ciò che riguarda la generazione di ceppi modificati geneticamente. Si dovrà tenere conto soprattutto della possibilità che esista un’esigenza necessaria in riferimento alla manipolazione. Inoltre andrà considerato l’eventuale impatto che azioni di modifica genetica possano avere sul benessere degli esseri viventi.
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