La Harlan ha deciso di arrendersi agli animalisti, i quali hanno fatto di tutto per proteggere gli animali dagli esperimenti scientifici a cui venivano sottoposti. Si è deciso di non far arrivare più le scimmie dalla Cina, visto che se ne attendevano altre 750. I primi 104 animali invece sono stati riportati in Cina, dopo le numerose proteste delle associazioni animaliste, i cui membri sono riusciti anche a far irruzione nei capannoni dell’azienda multinazionale.
A cura di Gianluca Rini
A questo proposito Paolo Mocavero, leader degli animalisti, ha fatto notare: “L’avevamo promesso e lo abbiamo fatto, la nostra è stata un’azione dimostrativa necessaria. Il massacro degli animali da sperimentazione e da vivisezione è una vergogna non più tollerabile.”
L’incursione all’interno dell’azienda è durata circa dieci minuti. Gli animalisti sono riusciti ad accedere ai laboratori, ma l’area in cui venivano tenute chiuse le scimmie era irraggiungibile.
In ogni caso si sono mosse anche le autorità: il ministro della Salute Renato Balduzzi ha disposto un monitoraggio e un’ispezione presso l’azienda, poi alla Harlan sono arrivati anche i Nas. Questi ultimi non hanno riscontrato delle irregolarità nell’importazione degli animali o nelle condizioni in cui sono stati tenuti.
Intanto però, come ha chiarito anche l’ex ministro Brambilla, dovrebbe ben presto entrare in vigore una legge regionale della Lombardia che vieterà l’allevamento di primati sul territorio. L’obiettivo è quello di fare in modo che aziende come la Harlan non possano operare più in Lombardia, ponendo rimedio ad una questione sulla vivisezione che è stata oggetto di molte polemiche.
La mobilitazione delle associazioni animaliste
A cura di Gianluca Rini
Secondo le associazioni animaliste a Correzzana in provincia di Monza sono arrivate già 150 scimmie. Si è rimesso in moto tutto il meccanismo che lotta contro la vivisezione degli animali, che già si era dato da fare in seguito al caso dei cani allevati per esperimenti scientifici nel canile di Green Hill. Nel caso della Harlan si è mossa Michela Vittoria Brambilla che ha denunciato la vicenda presso la Procura di Monza, inoltre l’ex ministro del turismo ha presentato una denuncia ai Nas e un’interrogazione parlamentare.
Tutti e tre i provvedimenti hanno l’obiettivo di accertare quali sono le condizioni di vita degli animali all’interno della Harlan. Ricordiamo infatti che la legge afferma che gli animali, all’interno degli allevamenti, devono godere di condizioni ottime per quanto riguarda lo spazio, la luce e la situazione igienica.
L’ex ministro Brambilla ha dichiarato: “E in quel capannone così piccolo è impossibile che per 900 scimmie siano rispettati i criteri di legge: la magistratura deve intervenire subito e fermare l’attività della Harlan. Vogliamo sapere chi materialmente ha firmato l’ok all’import di quegli animali, le responsabilità devono emergere con chiarezza”.
Il ministro della Salute Renato Balduzzi ha fatto sentire il suo intervento, disponendo dei controlli specifici sull’ingresso delle scimmie nel nostro Paese. Inoltre Balduzzi ha chiarito che l’azienda brianzola sarà tenuta sotto controllo.
Michela Vittoria Brambilla è rimasta soddisfatta e ha fatto sapere che soltanto in questo modo le multinazionali possono rendersi conto che non possono più fare i loro interessi a discapito degli animali. Secondo l’ex ministro comunque questo è soltanto un primo passo avanti, perché si dovrebbe arrivare ad una norma che vieti l’allevamento e la sperimentazione su qualsiasi animale.
A Monza un carico di 900 scimmie dalla Cina
A cura di Gianluca Rini
A Correzzana, in provincia di Monza, ha sede un laboratorio della Harlan, una multinazionale che si occupa della vivisezione di animali. Proprio in questo luogo è in arrivo un carico per un totale di 900 scimmie dalla Cina, che arriveranno in due spedizioni: la prima di 150, la seconda di 750. E si riapre la questione della vivisezione degli animali, una questione che la tutela degli animali non può non prendere in considerazione. Ecco perché gli animalisti hanno cominciato a protestare davanti alla sede della Harlan.
La società offre molti servizi, tutti basati sulla sperimentazione sugli animali. Un’attività che non può non destare meraviglia per la sua assurdità, basti pensare al fatto che vengono prodotti animali programmati geneticamente per sviluppare determinate malattie, in modo che la sperimentazione possa risultare più efficace.
Gli animalisti hanno presidiato i cancelli del laboratorio, indignati per la decisione di coinvolgere così tanti animali in una pratica che invece dovrebbe essere abolita. Eppure dietro alla vivisezione c’è tutto un giro di affari, che coinvolge soprattutto i Paesi orientali.
Occorrerebbero delle regole restrittive e soprattutto dei controlli molto più rigidi, perché, come hanno spiegato le associazioni animaliste, spesso le regole vigenti vengono aggirate tramite la complicità di alcuni veterinari.
La Camera vieta gli esperimenti su cani, gatti, scimmie
Tutti coloro che lottano per la protezione degli animali oggi possono gioire. È stato compiuto un passo importante, e non così scontato, per la tutela degli animali, in particolare cani, gatti e tutti i primati che soggetti a vivisezione. Il provvedimento che vieta questa orrenda pratica e l’allevamento di animali per tale scopo, infatti, oggi è passato nella commissione Politiche Comunitarie della Camera.
Sembra quasi impossibile che nel 2012 si compiano ancora tale barbarie sugli animali, domestici e non, eppure questa normativa dimostra la necessità di regolamentare il rispetto della vita degli animali. Se vi chiedete quali bestie umane possano compiere tali oscenità, beh, sappiate che non siete gli unici a porvi tale domanda. Ma evidentemente questo non accade solo nel nostro paese, dato che questo provvedimento nasce da una direttiva in materia della Comunità Europea, la quale richiede per ogni paese misure decisamente più restrittive in termini di rispetto per gli animali e di sperimentazioni su di essi.
Per restare in territorio nostrano -e dimostrarvi che tutto ciò è reale- vi portiamo il caso di Green Hill, allevamento di animali e in particolare di cani -con sede in Lombaria- tra i più grandi d’Europa, che cresce animali al solo scopo di utilizzarli a scopi sperimentali. Il caso ha fatto molto scalpore e la richiesta della sua chiusura ha fatto breccia anche al Pirellone, ma questo non basta. Nei laboratori italiani per la vivisezione muoiono 4000 cani all’anno, 22000 in Europa.
Ora capite perché questa legge non era solo importante, bensì indispensabile?
Ecco anche perché la proposta ha trovato il plauso dell’associazione per gli animali Lav, che da sempre sostiene la causa e la possibilità di incentivare metodi alternativi al test di prodotti chimici o di altra natura. Se aveste ancora dei dubbi al riguardo, vi lasciamo con un interrogativo: se tali esperimenti non vengono effettuati sull’uomo, perché dovrebbero essere effettuati su un altro essere vivente?
photo: dyrsfrihet
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