Il volo Air Canada 797 ha subito un grave incidente a causa delle fiamme che si sono rapidamente diffuse dalla toilette. 23 passeggeri sono morti
Era il 2 giugno 1983. La rotta del volo della Canada Airlines partiva da Dallas ed arrivava a Montreal passando attraverso Toronto. Questo incidente, il cui fattore determinante è stato il fuoco, ha comportato nuove misure di sicurezza da parte dell’amministrazione e dell’aviazione federale statunitense. Tra le quali l’installazione rapida ed obbligatoria di tutti i rilevatori di fumo nei bagni.
La presenza di estintori automatici vicino ai contenitori dei rifiuti. Una maggiore e più specifica formazione antincendio degli equipaggi su tutti i voli degli Stati Uniti. Ed infine nuovi protocolli per la sicurezza antincendio. Dei 46 occupanti del volo, di cui 41 erano passeggeri e cinque dell’equipaggio, sono sopravvissute 23 persone. Un numero pari è deceduto nell’incendio. Sedici sono stati i feriti.
Erano le 16:25 del 2 giugno 1983, quando il volo dell’Air Canada è decollato dall’aeroporto di Dallas. La destinazione finale era Montreal, con uno scalo presso l’aeroporto di Toronto. Intorno all’ora di cena, dunque verso le 19:00, nella cabina di pilotaggio arrivò il segnale che l’interruttore della toilette era saltato. Non era un episodio isolato, poteva accadere piuttosto di frequente, specie quando numerosi passeggeri utilizzavano il bagno. Dopo circa 8 minuti il comandante ha cercato di riattivare l’interruttore dei gabinetti. Nel frattempo, dalla parte posteriore del bagno veniva un forte odore di bruciato. Un assistente di volo andò a controllare, ma non riuscì ad avvicinarsi più di tanto al bagno per l’enorme quantità di fumo che si stava diffondendo. Il direttore del personale di bordo ha azionato immediatamente l’estintore presente nel bagno, mentre un altro membro dell’equipaggio ha fatto spostare i passeggeri vicino all’uscita di emergenza. Non sembrava che l’incendio provenisse esattamente dal bagno, dato che non c’erano segni di cestini bruciati, come capitava quando ad esempio un passeggero gettava una sigaretta in bagno, né tantomeno fiamme nel distributore delle salviette di carta. Dunque si iniziò a pensare che la causa dell’incendio non veniva dal bagno. Tre minuti dopo il fumo iniziò ad entrare nella cabina. Tutti i sistemi elettrici andarono in blackout. Si tentò un atterraggio di emergenza, che con la rete elettrica fuori uso era ancora più complicato. Alle 19:07 i piloti riuscirono ad atterrare nell’aeroporto internazionale di Cincinnati. L’incendio intanto continuava a divampare nella cabina, e la grande quantità di ossigeno che era entrata dopo aver aperto il portellone del velivolo fece aumentare la portata delle fiamme. Alcuni passeggeri riuscirono ad uscire, ed anche uno dei piloti. L’altro, stremato dall’atterraggio difficoltoso, era impossibilitato a muoversi. I soccorritori lo cosparsero con della schiuma antincendio, e riuscirono ad estrarlo sano e salvo dalla cabina di pilotaggio. Il pilota fu l’ultimo occupante dell’aereo ad essere tratto in salvo. Le fiamme aumentarono rendendo impossibile per i 23 passeggeri rimasti incastrati a bordo e ancora non evacuati di uscire dal velivolo.
Nonostante il velivolo Air Canada fu quasi distrutto interamente, la scatola nera era ancora in buone condizioni. Al punto da riuscire a ascoltare le conversazioni che portarono a delucidazioni sull’accaduto. Gli inquirenti non sono riusciti a capire se il blocco dell’interruttore della toilette era derivato dall’incendio o viceversa. Alla fine si stabilì che la causa più probabile era stata un corto circuito che ha incendiato i materiali posti dietro al lavabo, e di conseguenza ha coinvolto la cabina passeggeri passando tra i pannelli.
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