Volo+Avianca+52%3A+carburante+finito+in+alta+quota
ecoo
/articolo/volo-avianca-52-carburante-finito-in-alta-quota/125322/amp/

Volo Avianca 52: carburante finito in alta quota

Pubblicato da

Poco carburante ed una comunicazione non proprio ottimale furono le motivazioni dello schianto del volo Avianca 52 nell’ormai lontano 25 Gennaio 1990. Ecco cosa accadde durante quel transito aereo.

Avianca 52
Volo Avianca 52 (screen da Youtube)

È uno di quegli avvenimenti che nessuno può immaginare come reale eppure è accaduto. Un aereo può finire le sue scorte di carburante; in cielo però non ci sono stazioni di rifornimento. L’unica cosa che si può fare è scendere presso la pista d’atterraggio più vicina e riempire nuovamente i serbatoi. Se però la comunicazione con le torri di controllo non è ottimale, può succedere un vero e proprio dramma.

Questo è l’incipit della storia del volo Avianca 52, il quale nel lontano 25 Gennaio 1990 doveva trasportare 158 passeggeri, di cui 9 membri dell’equipaggio, da Bogotà a New York. Ma cosa avvenne precisamente in quegli attimi così frenetici? Torniamo indietro di più di 30 per raccontare nel dettaglio la storia di questo sfortunato velivolo.

Volo Avianca 52, carburante finito in alta quota: le dinamiche dell’incidente

L’aereo, come si diceva in precedenza, proveniva direttamente da Bogotà, capitale colombiana. Esso doveva atterrare per le 20.50 all’aeroporto John Fitzgerald Kennedy di New York. In quella infausta sera però si misero di mezzo due fattori assai preoccupanti per i piloti del velivolo: infatti il tempo atmosferico era pessimo vista la pioggia, le nubi, la foschia ed i wind shear (variazioni di vento improvvise e di intensità assai considerevole) ed inoltre le strutture aeroportuali erano congestionate da un intenso traffico di aerei.

Il velivolo prima della partenza da Bogotà (foto di Colombia Aeronautical Gallery da Facebook)

La parte peggiore deve ancora arrivare: il mezzo di trasporto volante stava esaurendo il carburante a disposizione. Per questo motivo contattarono i primi aeroporti disponibili per richiedere un atterraggio di emergenza. A complicare la situazione vi era la comunicazione del primo pilota: esso infatti non sapeva parlare bene l’inglese. Le torri di controllo, non capendo la gravità della situazione, fecero circuitare l’aereo su un percorso d’attesa nei cieli.

La conclusione della vicenda

I rottami dell’aereo (screen da Youtube)

Questa situazione d’attesa si protrasse per ben 20 minuti finché l’aeroporto J.F.Kennedy rilasciò l’autorizzazione per l’atterraggio. I piloti tentarono una prima volta ma una bordata di fortissimo vento li sospinse via. Decisero quindi di far manovra e riprovare una seconda volta. Nel corso di questo secondo tentativo però, l’aereo finì completamente il carburante e si schiantò presso il bosco di Cove Neck, a poca distanza da un’abitazione isolata. Nello schianto persero la vita sul colpo 73 persone mentre le restanti 85 rimasero ferite. 

Pubblicato da

Articoli più recenti

  • Comportamenti

Cosa fare con gli avanzi del pranzo di Natale? Solo così eviti gli sprechi di cibo

Trascorsi il cenone della Vigilia e il pranzo di Natale, è bene ingegnarsi per comprendere…

18 ore fa
  • Animali

Pranzo di Natale, cosa non fare mai se in casa ci sono gatti e cani

I padroni di amici a quattro zampe, che siano gatti o cani, sono obbligati al…

1 giorno fa
  • News Green

Regali dell’ultimo minuto: fai-da-te e sostenibili, poco impegno e poco tempo per fare un figurone

Anche quest'anno ti sei ridotto all'ultimo per fare i regali? Ecco alcune soluzioni fai-da-te per…

2 giorni fa