Duecentonovanta le vittime, tra cui 66 bambini. Nessun superstite per il Volo Iran Air 655, abbattuto da un missile terra aria. Gli Stati Uniti hanno parlato di errore.
La storia racconta molta tragedie, che quando coinvolgono degli innocenti hanno riflesso immediato nell’opinione pubblica, la quale esige la verità sui fatti. Perché i colpevoli siano condannati e per evitare che fatti simili accadano in futuro. Purtroppo quando alla base ci sono interessi politici o di diplomazia internazionale, le acque diventano un po’ più torbide. Basta guardare il caso Regeni o la strage del Cermis per farsi un’idea di come la verità sembri spesso un obiettivo irraggiungibile. Ed il disastro aereo che ha coinvolto il volo Iran Air 655 ne è un esempio piuttosto esemplificativo. L’aereo è esploso mentre sorvolava il territorio iraniano.
A generare l’esplosione è stato un missile terra – aria lanciato da un velivolo militare statunitense, l’USS Vincennes. Il comandante che commise l’errore, scambiando il volo di linea per uno militare iraniano, venne insignito di onorificenze, e l’allora ex presidente degli Stati Uniti George W Bush espresse rammarico per le vittime ma dichiarò che non ci fu alcun errore, e che gli Stati Uniti non chiedono scusa mai.
Era il 1988. Negli anni Ottanta era in corso la guerra fra Iran ed Iraq. Come al solito, gli americani si intervennero al di fuori del territorio nazionale per tutelare i loro interessi, ed arrivarono con degli aerei militari, tra cui l’US Vincennes, per controllare le azioni via nave. Il comandante Rogers, che in seguito alle azioni portate avanti nella Guerra del Golfo fu insignito di numerosi riconoscimenti militari ed onorificenze, era al comando del Vincennes il giorno in cui l’aereo americano militare abbatté per errore l’aereo passeggeri della Iran Air.
Il volo a cui nessuno sopravvisse, decollò da Bandar Abbas il 3 luglio 1988, alle ore 10:17 locali. Aveva acquisito 27 minuti di ritardo nella partenza. In quel momento il Vincennes era stato attaccato da alcuni colpi sparati da una nave presumibilmente iraniana. L’aereo iniziò l’inseguimento dell’imbarcazione, e si trovò vicino l’Airbus della Air Iran. Scambiandolo per un velivolo militare, sparò due colpi al volo 655, colpendo la testa e l’ala del velivolo, che comportarono l’immediato decesso di tutti i 290 occupanti tra passeggeri ed equipaggio. Dalle successive indagini emerse che l’errore poteva essere assolutamente evitato.
Prima di sparare il missile, il comandante Rogers non pensò minimamente di accertarsi sulla natura del velivolo attraverso i canali di traffico aereo convenzionali, al di fuori dei circuiti militari. L’episodio, che gli Stati Uniti non riconobbero neanche come errore, dato che l’amministrazione Reagan dichiarò che l’accaduto era perfettamente in linea con le indicazioni date, fu invece considerato dal governo iraniano come un fatto “criminale ed intenzionale”. In definitiva, il comandante Rogers, che ha premuto il tasto per il rilascio dei missili è stato considerato eroe di guerra, e le vittime presto dimenticate dalla storia.
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