L’incidente del volo Japan Airlines 123 è stato causato da errori di manutenzione e decompressione esplosiva. 520 vittime e solo 4 superstiti
Ci sono degli incidenti aerei che passano tristemente alla storia. Il volo Japan Airlines 123 è uno di questi. Non tanto per la dinamica dell’incidente, ma per il numero di vittime ad esso correlato. È secondo soltanto al disastro di Tenerife, accaduto qualche anno prima, il cui numero di decessi era 583. Tuttavia il disastro di Tenerife coinvolse ben due aerei.
Quello della Japan Airlines ha il primato in quanto numero di vittime in un unico aeroplano. L’errore umano è stato escluso dalle cause. Si è trattato di errore di manutenzione in seguito al quale la Boeing ha modificato il sistema idraulico dei suoi aerei. L’incidente ha avuto talmente tanto impatto sul pubblico che una band musicale tedesca gli ha dedicato un album intero.
Il volo Japan Airlines 123 era un volo di linea in partenza dall’aeroporto internazionale di Tokyo, con destinazione aeroporto internazionale di Osaka. L’aereo non arrivò mai a destinazione, né tantomeno i suoi occupanti. Il velivolo era un Boeing 747. Il caso volle che quel giorno, il 12 agosto 1985, l‘aereo era pieno, dato che molte persone tornavano a casa a causa di un importante festività giapponese, paragonabile al nostro Natale o alla nostra Pasqua. L’aereo è decollato senza problemi. Tuttavia, 12 minuti dopo che aveva staccato le ruote da terra, la paratia posteriore iniziò ad aprirsi improvvisamente. Il che provocò una decompressione esplosiva, con la conseguenza della compromissione dell’impianto idraulico.
Crollarono immediatamente i soffitti delle toilette situate nella zona di coda dell’aereo, e ci fu una perdita rapida di aria pressurizzata. Il personale di volo iniziò ad assistere i passeggeri con le maschere per l’ossigeno. A causa di questo guasto l’aereo iniziò a diventare ingovernabile, ed in pochi minuti passò da una quota di 13.500 piedi a 7.000 piedi. Nonostante i piloti cercarono di virare verso l’Oceano Pacifico, la discesa in picchiata era troppo improvvisa ed incontrollabile. Una delle ali colpì il costone di una montagna. L’aereo sbatté contro un’altra zona della montagna ed alla fine si schiantò contro il monte Takamagahara.
Un elicottero statunitense venti minuti dopo lo schianto arrivò sul posto, ma fu richiamato alla base, dato che i soccorsi giapponesi stavano arrivando. A causa del buio e delle montagne, i soccorritori non riuscirono a identificare i sopravvissuti. Di conseguenza passarono la notte in un villaggio a circa 63 km dal luogo dell’incidente. Raggiunsero i rottami solo 14 ore dopo lo schianto. Alcuni corpi indicavano che le ferite iniziali non erano gravi, per cui se i soccorsi fossero arrivati in tempo probabilmente sarebbero sopravvissuti. Solo 4 persone uscirono vive dall’incidente, nonostante il grave stato di ipotermia. Tutto l’equipaggio morì. Dalle indagini successive emerse che il Boeing 747 coinvolto nell’incidente nel 1978 aveva subito un danno alla parte posteriore dell’aereo, che non era stato riparato adeguatamente. Anche i sistemi idraulici erano tali da andare facilmente in panne. L’errore di manutenzione fu la causa ufficiale dell’ incidente aereo.
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