Volo Partnair 394, l’incidente fatale

È stato il disastro peggiore che sia accaduto in Danimarca ed il più grave che abbia colpito una compagnia norvegese. Nessuno è sopravvissuto al Volo Partnair 394.

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Aereo del disastro (Foto da Wikipedia) – Ecoo.it

Come spesso capita, le migliorie in termini di controllo o prevenzione vengono effettuate dopo che qualcuno perde la vita. Ed allora scatta la luce dei riflettori e le politiche delle compagnie aeree vengono modificate. Ma purtroppo sovente serve che qualcuno ci rimetta la pelle. È davvero necessario o molti disastri potevano essere tranquillamente evitati? Questa volta a farne le spese sono stati equipaggio e passeggeri del Volo Partnair 394, in partenza da Oslo per raggiungere Amburgo, in Germania.

La compagnia aerea nei mesi precedenti aveva avuto problemi finanziari. I passeggeri erano tutti membri di una compagnia navale che si stava recando in Germania per la cerimonia di inaugurazione di un nuovo modello di nave. E purtroppo nessuno di loro raggiunse la destinazione, né tantomeno la cerimonia. A 22mila piedi di altezza, mentre sorvolava il mare del Nord e di avvicinava alle coste danesi, il velivolo di bandiera norvegese si frantumò in aria comportando la morte di tutti e 55 gli occupanti.

La dinamica dell’incidente

Era l’8 settembre 1989. Purtroppo stavolta i piloti non hanno potuto fare molto. Anche analizzando la scatola nera, dai rottami rinvenuti nel mare dove i relitti ed i corpi sono precipitati, è stato chiaro fin dall’inizio che l’incidente era dovuto ad un problema tecnico. Che poi si è appurato essere di manutenzione. le regole norvegesi indicano che un aereo non può decollare se non ha almeno due generatori di corrente funzionanti. Uno dei piloti, poco prima del decollo, scoprì che uno dei due non funzionava, senza essere in grado di porvi riparazione.

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Resti della fusoliera rotta (Foto da Wikipedia) – Ecoo.it

Il copilota suggerì di lasciare accesa la fonte di energia ausiliaria durante tutto il volo così da averne una in più. E così l’aereo decollò. Senza sapere che il generatore ausiliario aveva una delle tre componenti rotte, e questo fu determinante nel generare il disastro. Mentre l’aereo si avvicinava alla costa danese iniziò a vibrare la coda. La vibrazione entrò in risonanza scuotendo l’aereo nel profondo, cosa che iniziò a far perdere stabilità e controllo al velivolo. La perdita di quota fu sostanziale. In una prima fase i piloti riuscirono a riprendere il controllo, ma poi la coda dell’aereo di distaccò ed il resto del velivolo andò in frantumi prima di precipitare in mare.

Le indagini successive

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Fusoliera (Foto da Canva) – Ecoo.it

In questa tragedia le indagini furono lunghe e controverse. Come accennato, la compagnia aerea norvegese non versava in ottime acque. In seguito si scoprì che i bulloni che tenevano le parti dell’aereo salde fra di loro non funzionavano alla perfezione perché erano contraffatte, non certificate come i protocolli richiedevano. E fu proprio il cedimento dei bulloni a generare tutto il resto. Dunque la causa ufficiale fu un errore di manutenzione dovuto a contraffazione. Gli Stati Uniti decisero di controllare i magazzini dei pezzi di ricambio delle loro compagnie, scoprendo che buona parte erano materiali contraffatti, usati per abbattere i costi. In seguito a questo, numerose persone furono arrestate dall’FBI.