Il vomito di balena, noto come ambergris, ha un valore straordinario. Nei Paesi in cui la sua vendita è consentita, può raggiungere fino a 50mila euro al chilogrammo.
Sebbene possa sembrare disgusto o rifiuto, l’ambergris è in realtà un sottoprodotto che acquisisce un valore paragonabile a quello dei diamanti. Il suo valore commerciale è praticamente incalcolabile. Per capire meglio, partiamo dall’inizio.
Il capodoglio, un cetaceo che assomiglia più a un’orca che a una tipica balena, ma che appunto è un altro animale, abita gli oceani globali e può raggiungere dimensioni notevoli, sebbene non raggiunga i 30 metri della balenottera azzurra.
Purtroppo, questa specie, insieme ad altri mammiferi marini, è stata oggetto di caccia secolare a causa dell’olio contenuto nel suo cranio, da cui deriva il suo nome, capodoglio, dalla sintesi delle parole “capo” e “olio”.
In passato, l’olio di balena era principalmente utilizzato nell’industria cosmetica e la caccia intensiva ha portato quasi all’estinzione di questa specie. Dall’inizio degli anni Settanta, la caccia alle balene è stata vietata, tranne in pochi paesi come Islanda, Norvegia e Giappone, ed è considerata una specie prioritaria per la ripopolazione.
Tuttavia, ora c’è un’altra sostanza derivante dal capodoglio, animale dalle caratteristiche proprie, pur assomigliando appunto alla balena. Questa sostanza potrebbe rendere ricchi mercanti e trafficanti illegali: l’ambergris, conosciuta anche come “oro galleggiante” ovvero ambra grigia, è essenzialmente il risultato del vomito della balena.
L’espulsione dell’ambergris dal corpo del capodoglio avviene in modo spontaneo e semplice. Questi enormi cetacei si nutrono principalmente di krill o di piccoli pesci, come i calamari. Il becco del calamaro è difficile da digerire per questa specie, così come per la balena, quindi, quando se ne accumula una grande quantità nel suo sistema digestivo, lo rigetta per evitare il blocco intestinale.
La massa rigettata dal capodoglio arriva sulle coste sotto forma solida. Gli studiosi hanno scoperto che l’ambergris contiene un elemento di grande valore per l’industria dei profumi: l’ambreina, un particolare alcool che funge da fissativo, permettendo ai profumi di durare più a lungo sulla pelle.
Sebbene esistano sostituti sintetici, molte delle rinomate industrie profumiere francesi preferiscono utilizzare l’ambra grigia derivante dai capodogli per i loro prodotti. Si tratta però di un prodotto borderline e tra poco capiremo perché.
Per riconoscere l’ambergris, dobbiamo fare caso ad alcuni elementi: questa materia infatti assume l’aspetto di una sorta di formazione grigiastra, simile a una roccia, composta da residui digestivi e quindi compatti. Trovandolo davanti, possiamo pensare a qualcosa di simile a una spugna, ma dalla consistenza maggiore rispetto a questa.
Le varietà più scure e nerastre sono considerate più fresche e presentano un odore più pungente e meno piacevole: al contempo hanno però meno contenuto di ambreina, mentre quelle più grigiastre sono già più preziose e infine le migliori restano quelle tendenti al biancastro. In principio l’ambra grigia ha un forte odore davvero sgradevole, che migliora notevolmente se resta al sole.
I principali esportatori di ambergris includono lo Sri Lanka, l’India e l’Africa orientale. In molti paesi, il commercio di ambergris è illegale, in rispetto alle leggi di protezione dei capodogli. In altri paesi, tra cui l’Unione Europea, l’esportazione e l’importazione in Francia sono consentite in base alle direttive comunitarie che affermano che il prodotto viene raccolto senza danneggiare i capodogli.
Tuttavia, la realtà è diversa poiché uno dei modi più veloci per ottenere l’ambergris è estrarlo dall’intestino dell’animale, il che porta i bracconieri a uccidere balene e capodogli. Ma come mai costa 50mila euro al chilo, come abbiamo fatto cenno prima? Come abbiamo detto, l’ambergris contiene ambreina, usata nell’industria dei profumi, ma al contempo i capodogli sono specie vulnerabili.
In sostanza, visto che questa vulnerabilità sta portando al rischio di estinzione per questa specie marina, il costo dell’ambra grigia sta aumentando vorticosamente. Sono tante le storie che vengono raccontate di pescatori che riescono ad arricchirsi proprio grazie al cosiddetto vomito di balena, trovato in quantità talvolta anche molto cospicue.
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