WC pubblici pericolosi: cosa molti non sanno

Chi non ha mai avuto la necessità , quando si è trovato fuori casa, di espletare un bisogno fisiologico? É accaduto a tutti e, spesso, l’impellenza ha reso necessario usufruire di un bagno pubblico (seppur con riluttanza dal momento che essi sono considerati covo di germi e di batteri).

In special modo dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19, la sensibilità e l’attenzione per la corretta igiene e per il rischio di contrarre malattie è diventata molto rilevante nella popolazione mondiale. A tal senso, un team di scienziati del College of Engineering and Computer Science della Florida Atlantic University, ha deciso di studiare a cosa si può andare incontro quando si tira l’acqua dello sciacquone nei un wc pubblici.

Cosa accade quando si tira lo sciacquone nei wc pubblici?

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Bagno pubblico (Foto Pixabay)

Il team ha deciso di mettere alla prova la fisica dei fluidi, allo scopo di studiare le goccioline generate dallo sciacquone di un gabinetto e di un orinatoio di un bagno pubblico (e poter quindi disporre di precisi dati inerenti dimensioni e numero di quelle che finiscono in aria). L’esperimento è stato condotto con l’ausilio di un contatore di particelle posizionato a varie altezze (dai 3 a 5 piedi, ovvero nell’ordine del metro/metro e mezzo) vicino al water o all’orinatoio.

I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Physics of Fluids, dimostrano che i bagni pubblici possono fungere da focolai per la trasmissione di malattie per via aerea, soprattutto se non dispongono di una ventilazione adeguata. É stato rilevato un numero minore di goccioline nell’aria (ma comunque consistente) quando è stato tirato lo sciacquone con il coperchio del water chiuso.

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Dopo circa tre ore di test è stato azionato lo sciacquone per un numero superiore alle cento volte: abbiamo riscontrato un aumento sostanziale dei livelli di aerosol misurati nell’ambiente circostante. Sia il gabinetto che l’orinatoio hanno generato grandi quantità di goccioline di dimensioni inferiori a 3 micrometri. A causa delle loro piccole dimensioni, queste goccioline possono rimanere sospese a lungo“, ha affermato Siddhartha Verma, coautore dello studio e assistente professore presso il Dipartimento di ingegneria oceanica e meccanica della FAU. C’è però una buona notizia per i lettori: lo studio ha evidenziato che una ventilazione adeguata può aiutare a prevenire l’accumulo di aerosol.

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