Utilizzare lo sciacquone è una norma di buona educazione e di igiene, ma a volte premerlo eccessivamente è controproducente
Lo sciacquone del bagno è un meccanismo tanto familiare quanto necessario per igiene, per buona educazione, per rispetto della vita collettiva e degli spazi comuni. Ma ci sono anche altre considerazioni a margine non del tutto secondarie. Questa estate è segnata infatti da elementi climatici particolari se non eccezionali. Non si tratta soltanto della stagione più calda degli ultimi decenni, forse ancora più estrema dell’estate 2003.
Le evidenze scientifiche delle mutazioni climatiche sono tali da non poter essere più smentite. Si tratta di modificazione della fisica atmosferica con aumento delle temperature medie, della distribuzione dei venti e delle correnti oceaniche, dei regimi e della distribuzione delle precipitazioni su scala continentale, della possiblità di eventi metereologici sempre più violenti e imprevedibili.
Tra le particolarità di questo lungo periodo estivo, è senza dubbio da citare la persistente siccità. Questa coinvolge gran parte dell’Italia e altre nazioni europee alle prese con precipitazioni sempre più scarse o con regimi inusuali per queste latitudini. Non è certo il primo periodo siccitoso che investe la penisola. Ma questa persistente mancanza di piogge si inserisce in un andamento statistico preoccupante, contraddistinto da temperature medie sempre elevate e piogge irregolari rispetto alle misurazioni dei decenni passati.
La crisi idrica dei maggiori fiumi italiani e il costante arretramento dei ghiacciai alpini non sono certo esclusivamente legati a variazioni stagionali, ma una costante mutazione climatica che agisce su grande scala. L’acqua appunto rappresenta uno degli elementi più sensibili ai cambiamenti e uno dei più significativi. Le condizioni di vita degli esseri umani è condizionata dalla presenza e dalla qualità dell’acqua.
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I comportamenti sociali e individuali rispetto a questa preziosa risorsa sono fondamentali per affrontate crisi e cambiamenti in atto. Le scelte del singolo sono essenziali quanto quelle collettive. Secondo l’Istat il prelievo medio giornaliero di acqua in Italia è di 428 litri per abitante, il maggiore in tutta l’UE. Quasi la metà viene dispersa da una rete idrica obsoleta e consunta. La maggior parte dei consumi, per uso non industriale, comunque avviene in casa e in particolare in bagno, per igiene e pulizia della casa.
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Secondo l’Arpa dell’Emilia Romagna corrisponde a circa il 96 per cento del consumo idrico totale domestico. Di questa cifra il 31 per cento è utilizzato per lo scarico del wc. Una cassetta per scarico consuma tra i 9 e i 12 litri d’acqua potabile per il risciacquo. Uno spreco inutile ed enorme a fronte del quale basta cambiare i propri comportamenti, adottando dei semplici accorgimenti, per risparmiare acqua senza rinunciare all’igiene.
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