Il cambiamento climatico e la riduzione di predatori naturali sta portando alla decimazione delle specie autoctone, con la conseguenza della perdita di biodiversità
Il concetto di biodiversità è probabilmente più complesso del modo in cui viene trattato in senso divulgativo. Esso non rappresenta esclusivamente il numero di specie presenti, ma soprattutto l’equilibrio di un ecosistema. Ad esempio, la decimazione delle api, preziosi insetti impollinatori, ha portato alla carenza di specie precedentemente molto diffuse in alcune aree del Paese. Così come la più scarsa presenza dei lombrichi, che rendono nutriente e ricco il terreno. Senza questo tipo di insetti, il suolo diventa arido con la conseguenza che l’acqua non permea in profondità ma rimane a galla, attirando parassiti, e nei casi più gravi allagando i terreni.
La carenza di biodiversità è stata senza dubbio una delle cause degli allagamenti drammatici della scorsa settimana in seguito alle piogge insistenti. Un rapporto del WWF ha lanciato l’allarme al livello mondiale. L’Italia è risultata particolarmente in pericolo.
Ed a catena, la sottrazione della biodiversità altera tutti gli equilibri degli ecosistemi in precedenza autosufficienti. La perdita di alcune specie altera la catena alimentare e fa sostituire le specie autoctone con quelle aliene, che potrebbero diventare infestanti e peggiorare la situazione. Come ad esempio la vespa orientalis o le cimici asiatiche. La perdita di predatori naturali inoltre consente la diffusione senza contenimento di specie selvatiche che non sono facilmente gestibili nelle aree urbane. Il WWF ha stimato che in Italia il 65% degli ecosistemi è a rischio. Ed il 30% dei vertebrati ed il 25% delle specie marine rischiano l’estinzione. Dati allarmanti che dovrebbero richiedere un determinato livello di urgenza, sempre che le conseguenze siano ancora arginabili.
Alla base della perdita della biodiversità ci sono concomitanze di fattori. Senza dubbio il cambiamento climatico, con lo squilibrio delle temperature, e la presenza delle specie aliene, è responsabile dell’estinzione o quasi di molte specie indigene in Italia. Inoltre la coltivazione intensiva sottrae terreno fertile al contrasto delle alte temperature, e contribuisce alla perdita della biodiversità. I pesticidi sono letali per molti preziosi insetti. Tutti questi fattori in collaborazione fra di loro potrebbero portare nel giro di poco tempo a squilibri importanti. Con la conseguenza diretta che potrebbe cambiare l’ecosistema italiano, e con esso il clima mediterraneo.
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