Il 22 aprile scorso l’Unione Europea ha deciso di appoggiare il giro di vite nei confronti dell’importazione e commercializzazione del legname tagliato illegalmente.
L’Europa, secondo stime del WWF internazionale, è il principale mercato del legname ottenuto illegalmente e di tutti i prodotti in legno ad esso associati. Il legname illegale rappresenta purtroppo una delle cause principali della distruzione delle foreste, oltre a contribuire all’impoverimento delle comunità locali che vedono sottrarsi sempre di più una fonte di guadagno importante. Le foreste devono essere gestite in modo sostenibile, poiché rappresentano una fonte di ricchezza per tutti a cominciare dalle comunità che vi abitano. Gli alberi tagliati illegalmente, in assenza di una corretta gestione delle risorse naturali, sono un pericolo per l’intero ecosistema perché non proteggono più il suolo forestale lasciando così ampio margine all’azione delle alluvioni e dell’erosione, determinando al tempo stesso l’ impoverimento dei terreni.
Senza dimenticare che la deforestazione, aumentando le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, contribuisce in modo determinante al fenomeno dei cambiamenti climatici. In tutto il mondo si calcola che vengano persi ogni anno 13 milioni di ettari di foreste naturali. Ed ogni anno si accresce sempre più la domanda per i prodotti derivati dal legno, a cominciare dalla carta la cui richiesta ci si attende che cresca dell’80% a partire dal 2030. È il caso di iniziare a correre ai ripari.
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