Le trivellazioni alle Tremiti hanno rappresentato uno dei punti di riferimento più importanti dell’impegno che anche Lucio Dalla ha portato avanti a favore della salvaguardia dell’ambiente. Sappiamo che Lucio Dalla è venuto a mancare improvvisamente, di lui ci resterà il ricordo di un grande artista, di un grande cantautore, ma, perché no, anche di un grande sostenitore del rispetto dell’ambiente. Basti pensare alla sua famosa canzone “com’è profondo il mare“, scritta nel 1977 in riferimento proprio al mare delle Tremiti.
A cura di Gianluca Rini
Un amore per la natura che Lucio Dalla ha continuato a portare con sé per tutta la sua vita. Lucio Dalla amava il mare e frequentava da molti anni le isole Tremiti. Si era battuto a lungo contro le trivellazioni, che hanno come obiettivo la ricerca del petrolio.
Lucio Dalla ha utilizzato proprio la musica per battersi contro un impatto ambientale forte, che potrebbe mettere a rischio un intero ecosistema. Ha tenuto un concerto insieme a Francesco De Gregori, in modo da riuscire a convincere Stefania Prestigiacomo, che allora era ministro dell’ambiente, a non concedere le autorizzazioni per le trivellazioni presso le isole Tremiti.
Inoltre ha partecipato il 7 maggio alla manifestazione svolta a Termoli, dal titolo “No Oil Day“. Proprio in quell’occasione Lucio Dalla aveva affermato: “E’ una follia: stanno uccidendo il mare. Mai avrei pensato di trovarmi di fronte a gente che preferisce trivellare piuttosto che salvaguardare questo straordinario paesaggio“.
Continueremo a ricordare Lucio Dalla, oltre che per la sua musica, anche per il suo essere un accanito sostenitore della salvaguardia del mare.
WWF: le trivellazioni alle Tremiti sono inammissibili
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Il WWF di Foggia non ci sta, e protesta senza mezzi termini. Inammissibile e inaccettabile, secondo loro, quanto è stato valutato positivamente, ovvero le trivellazioni a largo delle Isole Tremiti per effettuare ricerche di nuove piattaforme petrolifere. Ovvie le motivazioni: queste perforazioni nuocciono gravemente al nostro ecosistema marino poichè l’industria petrolifera è inquinante per antonomasia. inoltre, questo genere di attività minacciano seriamente la biodiversità, e quindi anche la pesca, il turismo e quanto riconducibile all’equilibrio marittimo.
La tecnica utilizzata per sondare il fondale al largo della costa del Gargano si chiama “Air Gun” e viene segnalata come molto pericolosa per la fauna marina: è infatti capace di creare problemi ai mammiferi, ai pesci, ai molluschi e alle tartarughe marine. Inoltre, si stima che questa forma di inquinamento ambientale possa determinare una diminuzione del pescato fino al 70%.
Ecco le parole di Carlo Fierro, Presidente del WWF pugliese: “Sono passati solo pochi mesi da quando l’opinione pubblica italiana ed estera trepidava per la tragica fine dei 7 capodogli spiaggiati a pochi chilometri da dove si vogliono installare le piattaforme petrolifere. La verità è che non si può pensare che tutto possa coesistere: petrolio, turismo, pesca e ambiente. Una cosa esclude necessariamente l’altra. E’ come volere la classica moglie ubriaca e la botte piena. I cittadini e i politici locali di ogni colore, che si stanno mobilitando in difesa del nostro mare, lo hanno ben capito. Ora è essenziale che lo comprenda anche il Ministro dell’Ambiente, bloccando simili disastrosi progetti. Diversamente ancora una volta il nostro territorio sarà consegnato agli interessi delle multinazionali“.
Immagini tratte da:
viaggioadriatico.it
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