Da qualche giorno, vista l’ondata di calore che ha investito il nostro Paese, si sta parlando sempre più spesso dello zero termico: di cosa si tratta.
Italia ancora nella morsa del caldo torrido, una situazione di vera e propria emergenza considerato che le temperature in alcune zone del Paese hanno superato i 40 gradi e sono diverse le città tuttora da bollino rosso.
Questa condizione di caldo intenso, nei giorni scorsi, ha fatto salire in maniera significativa, secondo gli esperti del settore, il cosiddetto zero termico. Ma di cosa si tratta e perché sarebbe importante? Scopriamolo insieme.
Zero termico, cos’è il parametro relativo alla temperatura?
Zero termico sempre più alto per via delle alte temperature che stanno interessando l’intera Penisola ormai da settimane. Secondo gli esperti, nei giorni scorsi, ha raggiunto i quasi 4.700 metri e sarebbe destinato a salire.
Ma di cosa si tratta? A rispondere alla domanda è l’Arpa (Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente) Piemonte sul proprio sito. Lo zero termico, spiega l’Agenzia, non è nient’altro che l’altitudine, alla quale la temperatura dell’aria raggiunge zero gradi. Al di sopra di essa, difatti, il termometro rimarrà sempre sotto lo zero.
Tenendo in considerazione il fatto che nella troposfera, ossia il primo strato dell’atmosfera, i valori della temperatura scendono salendo dal suolo verso l’alto per decrescere in maniera progressiva, questo dato indica la prima altezza sul livello del mare in cui la temperatura muta da positiva a negativa.
Si può verificare anche, durante l’inverno, che il terreno raggiunga o scenda sotto zero, si tratta di quella che viene definita come inversione termica. In questi casi, però, lo zero termico rimane comunque sempre la quota più alta.
L’importanza dello zero termico
Tale parametro non è solo una mera statistica, ma assume rilievo in campo meteorologico, soprattutto nelle regioni montuose. Sapere a che altitudine è fissato lo zero termico, difatti, consente agli alpinisti e agli appassionati di sapere dove sia la neve. Diviene, dunque, rilevante per stabilire anche il rischio valanghe, ma anche per determinare dove vi siano le precipitazioni nevose che vengono solitamente collocate tra i 300 ed i 600 metri sotto dello zero termico.
Sempre in campo meteorologico è importante perché, trattandosi di un dato variabile dell’atmosfera, indica l’arrivo delle masse di aria calda o fredda.